domenica 8 novembre 2015

Legambiente e Universauser per il clima

All'interno della rassegna "Un posto nel  mondo" curata da Filmstudio '90 che torna nella Provincia di Varese per raccontare il mondo attraverso le immagini, Legambiente ed Universauser propongono un ciclo di incontri sul Clima per mettere in marcia anche Varese verso la COP21, la Conferenza sul Clima che si terrà a Parigi l'11 dicembre 2015


 Martedì 10 novembre, h 17.45, Varese Spazio scopriCOOP  Il tempo del nostro tempo: ovvero l'Antropocene Parte I & II
conferenza spettacolo con Frank Raes, capo dell'"Unità Climate risk management" del Centro di ricerca della Comunità Europea di Ispra (JRC)

 Martedì 17 novembre, h 17.45, Varese Spazio scopriCOOP
  Il clima è (già) cambiato. 10 buone notizie sui cambiamenti climatici.
Incontro con Stefano Caserini docente del politecnico autore di molti libri  sul Clima e gestore di climalteranti.it

Martedì 24 novembre, h 17.30, Varese sala Filmstudio90 via de Cristoforis 5
  Cosa c'entro IO con il clima?
 Tre dialoghi sul clima scritti da Fulvio Fagiani, con direzione artistica di Andrea Chiodi, interpretazione di Daniela Zanelli, Giovanni Ardemagni e Sofia Martone, riprese e fotografia di Ezio Riboni riprese e montaggi di Stefano Soru.

di seguito le schede degli appuntamenti



Il tempo del nostro tempo.

Una conferenza spettacolo sul passato e il futuro dell’umanità, niente di più niente di meno. E’ stato proposto di chiamare “Antropocene” l’epoca geologica in cui l’umanità gioca il
ruolo delle grandi forze geologiche del passato, dalle eruzioni vulcaniche alla deriva dei
continenti. Tale è oggi il nostro impatto sugli ecosistemi e sui sistemi di supporto alla vita.
Come siamo arrivati fino a questo? E quale futuro (quali futuri) ci aspetta?
E una lunga storia che ci ha portati fin qui e che affonda le radici nella nascita della terra, nella formazione dell’atmosfera e nella comparsa di quel fenomeno unico e straordinario che è la vita. Poi è comparso l’uomo, solo pochi milioni di anni fa. Una presenza (quasi) discreta fino a poco più di due secoli fa. Oggi, a 250 anni dalla rivoluzione industriale, constatiamo con sgomento gli effetti di una crescita che appare inarrestabile.
Riscaldamento globale, perdita di biodiversità, impoverimento degli ecosistemi,  inquinamento, sovrasfruttamento degli acquiferi, desertificazione e deforestazione e così via, sono i tristi titoli che punteggiano il segno lasciato dalla nostra civiltà. Dove ci porterà^ Che cosa possiamo fare? Frank Raes, ci fa viaggiare tra questi temi con una conferenza-spettacolo, o forse spettacolo-conferenza, sperimentando un linguaggio problematico e comprensibile a chiunque.
Un potente stimolo per fermarsi a riflettere.-

Il clima è (già) cambiato
10 buone notizie sui cambiamenti climatici

Capita sovente, alla fine di una conferenza sui cambiamenti climatici, la richiesta di raccontare qualcosa di positivo, che possa infondere speranza e ottimismo sul futuro. Sembra emergere da una spinta liberatoria: e basta con le cattive notizie! Per questo porta sollievo, sui volti compaiono sorrisi, sguardi intriganti.
In fondo, la spinta per un cambiamento non può derivare solo dal riconoscere una minaccia, un pericolo, ma dal riuscire a scorgere un altro futuro possibile. La minaccia senza la speranza in una via d’uscita ha effetti ridotti e controproducenti: porta ad un pessimismo cupo che rende difficile la scoperta, l’analisi e il sostegno alle alternative possibili. 
La storia di come gli esseri umani del XXI secolo hanno cambiato il clima del pianeta è in buona parte ancora da scrivere. Le scelte che faremo nei prossimi decenni contano assai. 
Oggi c’è il rischio che proprio la comprensione della gravità della situazione nelle sue diverse sfaccettature possa avere un effetto paralizzante. Senza un supporto per reggere e controbilanciare l’angoscia che deriva dal rendersi conto della vastità dei danni che le attività umane possono causare al clima del pianeta, la realtà della catastrofe rischia di generare una reazione difensiva, l’abbandono a perseguire il proprio interesse, a godersela finché dura all’insegna del “si salvi chi può”. 
La storia è costellata di casi in cui le vicende sono andate in modi diversi da quelli attesi e che sembravano, ragionevolmente, inevitabili. 
La capacità di stupire e di stupirsi è una delle caratteristiche dell’essere umano. Ed è la possibilità di rendere possibile l’inatteso che cambia il corso delle cose, che dovremmo ricordarci come un’ultima buona notizia; per permetterci di immaginare e praticare un altro futuro.
In questa presentazione Caserini ha raccolto gli aspetti positivi che si possono intravvedere nella complicatissima e maledettamente grave faccenda del riscaldamento globale; sia sul lato delle evidenze scientifiche sulla situazione attuale e gli scenari futuri, sia su quanto si sta facendo o si potrebbe fare nei prossimi anni per contrastarlo. 

Fatti che possano essere catalogati fra le buone notizie.

Che c’entro IO con il clima?

Già, che c’entriamo noi con il clima? Sembrerebbe molto poco.
Sfogliamo giornali, ascoltiamo radio e TV, navighiamo in Internet.
Seguiamo (forse distrattamente e con fastidio) dibattiti politici.
Il clima? Non c’è. E se c’è non ci riguarda. E se ci riguarda non possiamo farci nulla.
Perché nell’epoca della globalizzazione siamo piccoli meccanismi di una grande macchina che non controlliamo.
O, forse, non dobbiamo disperare. Ci penserà la tecnologia a cavarci dai guai, come spesso è accaduto in passato, senza costringerci a cambiamenti che ci sembrano faticosi e indesiderabili e senza dover mettere in discussione un’economia che ha bisogno di crescere senza limiti.
Tre persone come noi si fanno interpreti, entro uno spazio dei nostri tempi, di queste domande.
Parlano, provano ad ascoltarsi, confrontano visioni e punti di vista.
Probabilmente ci ritroveremo ora nell’uno ora nell’altro dei personaggi. Ne condivideremo osservazioni e punti di vista.
Probabilmente ci diremo, come nel primo dialogo “Non ne voglio sentir parlare”. Perché l’argomento dei cambiamenti climatici è spesso fastidioso e urticante.
Però, forse, ci affezioneremo ai nostri tre personaggi e vorremo capirne di più.
Scopriremo che parlarne, confrontarsi, anche prendersi in giro e a male parole, magari aiuta a capire meglio e porsi delle domande.

E a pensare che, talvolta, anche l’improbabile accade.













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