sabato 30 novembre 2013

Orsi e pinguini per la chiusura delle porte dei negozi

Tenere chiuse le porte dei negozi nei mesi invernali, quando i consumi energetici degli impianti termici sono già particolarmente elevati, è innanzitutto una scelta di buon senso, utile ad evitare ulteriori emissioni inquinanti nell'aria. Un'azione che spesso però viene disattesa, rendendo necessarie ordinanze comunali.

Allo scopo di sensibilizzare i negozianti, ieri pomeriggio Legambiente Varese ha lanciato un appello davanti alle porte – aperte - di alcuni esercizi commerciali del centro città, al motto “Chiudi la porta ai cambiamenti climatici”.
Una presenza straordinaria ha sostenuto la richiesta: gli attivisti del Cigno Verde infatti sono stati accompagnati da orsi e pinguini in peluche, in rappresentanza di alcuni tra gli esseri viventi più colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici.
“Nessuno può più permettersi indifferenza – hanno evidenziato gli originali partecipanti al blitz ambientalista -. Proprio quello che invece è risultato alla Conferenza delle Parti Onu di Varsavia settimana scorsa, dove non sono stati fatti passi avanti nella lotta ai cambiamenti climatici: le grandi potenze non ne hanno ancora capito l'urgenza. Ma la questione riguarda tutti: anche enti locali, cittadini e realtà economiche devono fare nel piccolo la loro parte”.

Porte aperte significa dunque lasciare spazio a comportamenti scorretti. E soprattutto, contribuire all'inquinamento atmosferico, in una città che ogni anno sfora rispetto al limite di 35 giorni concessi dalla normativa di superamento della soglia di 50 microgrammi a metro cubo di PM10 nell'aria.
Per questo il circolo Legambiente chiede al Comune di rinnovare l'ordinanza di divieto emessa a febbraio dell'anno scorso. Con una sottolineatura: “Le ordinanze servono se vengono fatte rispettare, altrimenti è solo comunicazione politica.”

Sul tema della lotta allo smog, gli ambientalisti ribadiscono: “Servono azioni strutturali, coraggiose – spiega la vicepresidente Valentina Minazzi -. Ma serve anche non arretrare rispetto ai provvedimenti attuati nel recente passato, anche se da soli non sono sufficienti. Dal divieto di tenere le porte aperte al rispetto del limite delle temperature interne in uffici e abitazioni”.

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