Al governatore della Lombardia e al suo assessore Del Tenno, oggi in visita ai cantieri varesini di Pedemontana, Legambiente lancia un accorato invito alla saggezza: “E’ finita la pacchia dei finanziamenti facili e delle elargizioni bancarie, e con quell'epoca è morto anche ogni superstite orizzonte di sostenibilità finanziaria per le opere inutili. Fate un favore a tutti i Lombardi, chiudete la tratta A fino a Lomazzo e azzerate il resto del progetto della megaopera”
E' sempre più montante, infatti, l'insofferenza verso un'opera che, comunque la si guardi, è insostenibile: sotto il profilo della finanziabilità, ma anche sotto quello della reale risposta ai bisogni di mobilità dell'area metropolitana che verrà dilaniata da un gigantesco cantiere dalle sorti quanto mai incerte. I cantieri di Pedemontana, infatti, renderanno ancora più critici i collegamenti di breve e media gittata nell'area brianzola e altomilanese, salvo promettere un grande collegamento autostradale, a tariffe salatissime, quando e se mai verrà concluso. Ed è fin troppo pacifico che anche dopo l'eventuale apertura dell'autostrada il quadro dei collegamenti locali non potrà che essere aggravato, perchè aumenterà il traffico di elusione. Per non parlare del prevedibile numero di imprevisti che il cantiere incontrerà quando dovrà entrare nel territorio contaminato dalla diossina di Seveso, che come dimostrato da recenti carotaggi è ancora tutta confinata nei suoli dei comuni compresi tra Meda e Desio, nei lotti B2 e C, e imporrà delle caratterizzazioni da cui inevitabilmente emergerà la necessità di mettere in sicurezza e bonificare le aree interessate dal gigantesco cantiere. Legambiente unisce la propria voce a quella dei sindaci della tratta brianzola, che già nei giorni scorsi hanno chiesto di non far procedere oltre Lomazzo (innesto sull'Autolaghi) il cantiere dell'autostrada.
“E’ fin troppo chiaro che quest'opera non la vuole più nessuno - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - ed è bene che Maroni prenda seriamente in considerazione la necessità di chiudere una lunga fase di pessima programmazione delle infrastrutture lombarde. Perseverare nella realizzazione di opere mal concepite, e peggio progettate, equivale ad accollare sull'intera comunità lombarda una ipoteca finanziaria che vale, solo per Pedemontana, 5 miliardi di euro: non c'è nessun pozzo di San Patrizio in grado di erogare una simile cifra a fronte di piani industriali inconsistenti, e di certo i cittadini non sono disposti a pagare due volte, prima con le tasse e poi con i pedaggi, un'opera che non è nemmeno risolutiva della criticità dei trasporti in area brianzola”.
Legambiente lancia dunque la mobilitazione contro Pedemontana e le altre autostrade inutili: appuntamento a Desio, il 22 settembre 2013.
E' sempre più montante, infatti, l'insofferenza verso un'opera che, comunque la si guardi, è insostenibile: sotto il profilo della finanziabilità, ma anche sotto quello della reale risposta ai bisogni di mobilità dell'area metropolitana che verrà dilaniata da un gigantesco cantiere dalle sorti quanto mai incerte. I cantieri di Pedemontana, infatti, renderanno ancora più critici i collegamenti di breve e media gittata nell'area brianzola e altomilanese, salvo promettere un grande collegamento autostradale, a tariffe salatissime, quando e se mai verrà concluso. Ed è fin troppo pacifico che anche dopo l'eventuale apertura dell'autostrada il quadro dei collegamenti locali non potrà che essere aggravato, perchè aumenterà il traffico di elusione. Per non parlare del prevedibile numero di imprevisti che il cantiere incontrerà quando dovrà entrare nel territorio contaminato dalla diossina di Seveso, che come dimostrato da recenti carotaggi è ancora tutta confinata nei suoli dei comuni compresi tra Meda e Desio, nei lotti B2 e C, e imporrà delle caratterizzazioni da cui inevitabilmente emergerà la necessità di mettere in sicurezza e bonificare le aree interessate dal gigantesco cantiere. Legambiente unisce la propria voce a quella dei sindaci della tratta brianzola, che già nei giorni scorsi hanno chiesto di non far procedere oltre Lomazzo (innesto sull'Autolaghi) il cantiere dell'autostrada.
“E’ fin troppo chiaro che quest'opera non la vuole più nessuno - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - ed è bene che Maroni prenda seriamente in considerazione la necessità di chiudere una lunga fase di pessima programmazione delle infrastrutture lombarde. Perseverare nella realizzazione di opere mal concepite, e peggio progettate, equivale ad accollare sull'intera comunità lombarda una ipoteca finanziaria che vale, solo per Pedemontana, 5 miliardi di euro: non c'è nessun pozzo di San Patrizio in grado di erogare una simile cifra a fronte di piani industriali inconsistenti, e di certo i cittadini non sono disposti a pagare due volte, prima con le tasse e poi con i pedaggi, un'opera che non è nemmeno risolutiva della criticità dei trasporti in area brianzola”.
Legambiente lancia dunque la mobilitazione contro Pedemontana e le altre autostrade inutili: appuntamento a Desio, il 22 settembre 2013.
1 commento:
Concordo con il Presidente di Legambiente!!!
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