Dopo anni in cui la terza pista dello scalo varesino è stata presentata come un totem, un asset irrinunciabile per inesistenti volumi di traffico, finalmente dalle parole dell'Assessore regionale a mobilità e trasporti, il non-varesino Del Tenno, filtra un barlume di buon senso. La terza pista non è più all'ordine del giorno, nonostante le tonnellate di carta di studi commissionati da SEA a quotate società di consulenza per farsi dire esattamente il contrario, e cioè che Malpensa sarebbe in difficoltà non perché troppo distante da Milano, non perché dotata di accessibilità insufficiente o perché di altri hub in Europa non c'è bisogno, ma semplicemente perché non ha una pista in più, per realizzare la quale occorrerebbe sventrare il Parco del Ticino.lunedì 9 settembre 2013
La terza pista non è più all'ordine del giorno
Dopo anni in cui la terza pista dello scalo varesino è stata presentata come un totem, un asset irrinunciabile per inesistenti volumi di traffico, finalmente dalle parole dell'Assessore regionale a mobilità e trasporti, il non-varesino Del Tenno, filtra un barlume di buon senso. La terza pista non è più all'ordine del giorno, nonostante le tonnellate di carta di studi commissionati da SEA a quotate società di consulenza per farsi dire esattamente il contrario, e cioè che Malpensa sarebbe in difficoltà non perché troppo distante da Milano, non perché dotata di accessibilità insufficiente o perché di altri hub in Europa non c'è bisogno, ma semplicemente perché non ha una pista in più, per realizzare la quale occorrerebbe sventrare il Parco del Ticino.
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