mercoledì 14 agosto 2013

C'è chi disse no

E' tornato all'attenzione delle cronache l'Atahotel di Varese, costruito in occasione dei mondiali di ciclismo del 2008 ed ora inserito tra le proprietà sequestrate alla famiglia Ligresti.
Oggi La Provincia ha ricordato l'opposizione della nostra associazione all'intervento urbanistico.
Di seguito il testo dell'articolo di Marco Tavazzi.

Legambiente si oppose fin dall'inizio alla realizzazione dell'hotel di via Albani. Con tanto di ricorso al TAR del Lazio, che però non venne accolto.
Lo racconta Alberto Minazzi, coordinatore provinciale dell'associazione. che seguì la vicenda in prima persona. "Il Tar non entrò nella materia, perchè come Legambiente, fu la sentenza, non avevamo alcun interesse legittimo. Infatti l'area non era sottoposta a vincolo ambientale e questo ci escludeva dal poter presentare un ricorso. Con il senno di poi, avremmo dovuto coinvolgere altri cittadini o gruppi che potessero presentare il ricorso."

La battaglia di Legambiente venne combattuta, in ogni caso, anche dal punto di vista della sensibilizzazione.
"Oggi il progetto si sarebbe visto in modo diverso - continua Minazzi - difficilmente sarebbe stato approvato senza una riflessione più ampia. Anche perchè il danno economico è stato notevole. L'Ippodromo di Varese è tra i più belli d'Italia, ma da quando è stato realizzato l'hotel la vista panoramica di 180 gradi è stata colpita dall'inserimento violento nella prospettiva dell'edificio."
Secondo il coordinatore di Legambiente, da parte dell'Amministrazione, ai tempi, c'è stato un "calcolo sbagliato delle esigenze della città di una struttura ricettiva di queste dimensioni. Purtroppo, ormai l'hotel c'è. Le nostre battaglie possono dirsi vinte quando riusciamo ad evitare che l'ambiente venga occupato da costruzioni di questo tipo".

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