giovedì 4 luglio 2013

Consumo di suolo sulle sponde del lago di Varese

In otto anni, dal 1999 al 2007 (ultimo anno in cui sono disponibili i dati), la superficie urbanizzata in provincia di Varese è aumentata di oltre 1800 ettari e parallelamente è diminuito di quasi mille ha il suolo agricolo.
Numeri che Legambiente da tempo diffonde per denunciare l’inarrestabile e distruttivo consumo di suolo che colpisce il nostro territorio.

A questa vera e propria emergenza non sono affatto estranei i Comuni che si affacciano sul lago di Varese. E’ anche su di loro che si concentrerà l’attenzione degli ambientalisti nell’incontro pubblico di domani sera, venerdì 5 luglio, a Daverio, promosso in occasione del passaggio della Goletta dei Laghi, la campagna itinerante che accende i riflettori sulla gestione del territorio e la qualità delle acque dei bacini lacustri.

Dalle 21.00 la Palazzina della Cultura in via Verdi ospiterà la proiezione de “L’età del cemento”, il recente documentario di Mario Petitto che mostra la cementificazione in tutta la Lombardia, e gli interventi di Paolo Lozza, responsabile territorio di Legambiente regionale, Barbara Meggetto, portavoce della Goletta dei Laghi e Alberto Tognola, Sindaco di Daverio.

“Le sponde del lago di Varese – attacca Barbara Meggetto - hanno visto una continua ed ingiustificata espansione del consumo di suolo. Non c’è solo il camping di Azzate, salito alla ribalta della cronaca giudiziaria: tutti i Comuni rivieraschi sono coinvolti nella realizzazione di insediamenti commerciali e residenziali discutibili e certamente eccessivi rispetto alla domanda del mercato”.
Lo confermano a tutti gli effetti i dati del Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo, il centro studi promosso da Legambiente, Istituto Nazionale Urbanistica e Politecnico di Milano.

Sempre nel periodo preso in considerazione nell’ultimo dossier del CRCS, 1999-2007, la percentuale di superficie urbanizzata è cresciuta praticamente ovunque, da Gavirate a Biandronno, da Varese a Buguggiate.
Le punte negative sono Galliate Lombardo con il 9,12% (pari a quasi sei ettari consumati) e Bardello con addirittura il 18,36% (pari a quasi 10 ettari). La stessa Daverio, anche se non è bagnata dal bacino lacustre, non ne esce bene: l’aumento è stato dell’8,7%.

Ci sono Comuni in cui, negli otto anni presi in considerazione, non si raggiungono questi livelli. Ma anche perché la cementificazione era già a livelli altissimi. E’ il caso, tra gli altri, di Bodio Lomnago ed Azzate, in cui il suolo urbanizzato è rispettivamente pari al 43,2% e 42,90% (aumenti del 2,71% e 6,70%), e di Buguggiate, che raggiunge la percentuale negativa di 57,90% (un aumento nel periodo “solo” del 2,50%).
Naturalmente non è immune a questo fenomeno il comune di Varese, la cui superficie urbanizzata è ben oltre i duemila ettari, il 45,45% della superficie complessiva.

“Non è più accettabile che si consenta la continua e disordinata espansione dei paesi, anche di quelli medio-piccoli – afferma Paolo Lozza -. Oltre ad essere insostenibile dal punto di vista ambientale, ormai non è giustificata neppure dalla situazione economica o da quella demografica. E’ ora di tornare ad investire sui centri urbani, spesso custodi di un patrimonio da salvaguardare, migliorare, rendere efficiente dal punto di vista energetico.”

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