venerdì 10 maggio 2013

Regione Lombardia: larghe intese sul cemento


E' incominciato ieri il percorso in Consiglio Regionale dei due disegni di legge, presentati da maggioranza e Partito Democratico ma sostanzialmente convergenti, con cui la Giunta Maroni intende siglare la legge n. 1 del suo quinquennio. “E se il buon giorno si vede dal mattino – afferma Legambiente Lombardia - corriamo ai ripari perchè già piove cemento”. 
La commissione territorio infatti ha iniziato a dibattere della proroga dei vecchi Piani Regolatori Generali per quei Comuni, non solo piccoli (visto che tra loro ci sono città del calibro di Varese e Lecco), che a differenza della maggioranza non si sono ancora degnati di adeguare il loro strumentario urbanistico ai dettami della legge regionale del 2005, che  indicava scadenze perentorie e largamente scadute. 

Di fatto, quella di cui si discute è la quarta proroga che si intende concedere ai comuni fuori legge, con casi particolarmente gravi come per i 220 comuni che il loro Piano di Governo del Territorio (PGT) non l'hanno ancora nemmeno adottato, e che quindi hanno ancora di fronte a loro un lungo iter per poter arrivare ad approvazione e pubblicazione del loro primo PGT.
Legambiente, che ha chiesto ma non ottenuto audizione alla presidenza di commissione, annuncia battaglia contro una legge che definisce figlia della cultura del condono. “In un campione da noi selezionato di 179 dei comuni privi di PGT, gli strumenti urbanistici risalgono mediamente alla seconda metà degli anni '90 del secolo scorso, ma ne esiste un buon numero, pari al 13%, la cui carta urbanistica è un vero e proprio cimelio risalente agli anni ‘70 e ‘80 - rileva Paolo Lozza, responsabile urbanistica di Legambiente Lombardia - si tratta dunque di piani redatti in anni in cui si prospettavano smisurate espansioni urbane, per fortuna in molti casi irrealizzate, ma che, se non decadono, costituiscono veri e propri ordigni innescati, in grado di spalmare migliaia di ettari di cemento su quel che resta delle nostre campagne”.

Ma ciò che spinge Legambiente sul piede di guerra è la possibilità, contemplata dai disegni di legge in discussione, che i comuni inadempienti possano continuare ad usare impunemente la somma delle facoltà concesse dai loro vecchi e dirigisti PRG e dalla attuale legislazione deregolata, ad esempio per quanto riguarda le varianti attuative (PII e SUAP). “In pratica – prosegue Lozza - sul piano urbanistico viene premiata la speculazione immobiliare che si svolge nei Comuni che non si sono adeguati alla legge regionale, ed è stupefacente che questa sovversione delle regole avanzi con disegni di legge simili e convergenti, presentati sia da parte della Giunta regionale che dal maggior gruppo di opposizione. Ancora una volta riscontriamo come il cemento 'leghi' interessi che non conoscono confini etici o di schieramento”.

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