lunedì 18 marzo 2013

La resa dei conti per le autostrade lombarde

Venerdì 22 marzo a Busto Arsizio l'associazione culturale "Il Quadrifoglio" in via Lodi 20 (rione Borsano) ospita alle ore 21.00 Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia. Un'occasione per approfondire  la situazione dei grandi progetti infrastrutturali regionali e discutere le proposte dell'associazione.
Qui sotto il comunicato stampa di oggi, che anticipa anche i temi dell'incontro.

La Lombardia è sovraesposta finanziariamente per progetti autostradali che non si giustificavano quando furono concepiti, e si giustificano molto meno oggi in presenza di un calo del traffico destinato a trascinarsi a lungo - dichiara Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia -. A Maroni chiediamo la stessa cosa che abbiamo chiesto ai precedenti occupanti di Palazzo Lombardia: un drastico ridimensionamento dei progetti autostradali, a partire da quelli per i quali si sono già aperti i cantieri”.

Ad essere nel centro del ciclone, tanto per cambiare, sono Pedemontana e TEM (oltre alla BreBeMi). Lo scontro in cui si sta assistendo in questi giorni tra il principale azionista pubblico, Serravalle Spa, e le banche (in primo luogo Intesa e Ubi) ha un sapore paradossale: da una parte c'è Serravalle che fa i salti mortali per ricapitalizzare Pedemontana e TEM e dall'altra le banche e Benetton che non credono più nei progetti autostradali cui loro stesse hanno dato vita e di cui sono allo stesso tempo azioniste e finanziatrici.
A peggiorare il quadro, c'è il pessimo stato di salute di Serravalle: la società è agonizzante, essendo stata spolpata da una spericolata politica di acquisizioni societarie e da consulenze milionarie, ed è indebitata fino al collo, tanto che essa è in ritardo di anni sulla realizzazione dei lavori pattuiti con ANAS in sede di rinnovo delle concessioni autostradali in essere, per un importo pari a ben 750 milioni di euro di opere non realizzate, ma che avevano giustificato salatissimi ed automatici aumenti delle tariffe. L'insolvenza di Serravalle la espone ora al ritiro della concessione. D'altro canto il traffico nel 2012 è calato anche del 6,29% e i ricavi del 3,6%: anzichè prendere atto di questa situazione, Serravalle lancia appelli alle banche per la ricapitalizzazione di Pedemontana e Tem.

Opere che oggi non devono temere solo l'ira di ambientalisti e comitati: “E' il mercato a non crede più che Serravalle possa rientrare dei capitali da investire, visto che queste due opere da sole hanno raddoppiato i costi ed il loro futuro traffico verrà ridimensionato dalla crisi economica, dall'apertura del traforo ferroviario del Gottardo e dalla necessità di sviluppare modalità di trasporto più sostenibili - conclude Balotta - Ci sono ancora grossi margini per una politica di riduzione del danno finanziario e ambientale arrecato da questi progetti sbagliati, ma non c'è tempo da perdere”.

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