lunedì 24 settembre 2012

Azzate: l'arroganza urbanistica e l'ignavia degli amministratori

“Per noi nessun cittadino è “abusivo”. Gli immobili invece hanno un regime diverso. E se sono abusivi al Sud, lo sono anche nel Nord Italia”.
Dopo aver approfondito la vicenda, Legambiente rompe il silenzio che ha mantenuto finora in merito al sequestro del camping “Sette Laghi” ad Azzate. 
E conferma, per voce di Alberto Minazzi, coordinatore provinciale del Cigno Verde, che “molti conoscevano la situazione, a partire dal Comune di Azzate. Il campeggio è diventato una lottizzazione residenziale, la cui origine è evidentemente abusiva”.

La stessa associazione rivela di essere già intervenuta: “Abbiamo fatto per anni segnalazioni a Provincia e Comune in occasione del passaggio di Goletta dei Laghi nel nostro territorio, dato che ci sembrava che gli scarichi del residence entrassero direttamente nel lago.”
E sottolinea altri due aspetti poco discussi in questi giorni: l’accesso alle rive dell’area demaniale e l’abbassamento del livello del bacino: “L’ampliamento ha impedito di fatto l’accesso al lago. Un problema, tra l’altro, che non riguarda solo Azzate. E hanno anche approfittato dell’abbassamento del livello delle acque, che ha permesso di guadagnare, diciamo così, trenta - quaranta metri di terreno”.
Come se non bastasse, Legambiente ricorda che “il complesso residenziale interrompe la continuità della ZPS (Zona a protezione speciale) e si insedia in una delle più belle e tuttora conservate aree dell’ambiente lacustre”.

Per gli ambientalisti è dunque doverosa la solidarietà alla magistratura, al sindaco Dell’Acqua, “che paga l’ignavia dei predecessori”, ed agli abitanti del camping che non conoscevano lo stato delle cose.
“Ci aspettiamo comunque che la solidarietà verso i residenti diventi concreta. Come? Mettendo a loro disposizione i moltissimi alloggi sfitti presenti nei Comuni di Azzate, Buguggiate e Bodio.”

“Il problema di interventi urbanistici dalle origini dubbie sorti in riva al lago di Varese non si esaurisce però qui – conclude Alberto Minazzi – , alimentando le pretese di chi ritiene un diritto piegare l'ambiente al proprio particolare interesse. A titolo di esempio, ricordiamo le nostre perplessità sul centro commerciale di Buguggiate dove per sanare l'origine sospetta dell'insediamento si sono concessi ampliamenti su ampliamenti; oppure sull’area feste dello stesso Comune, dove l’istituzione non vede le trasformazioni delle tende in vere e proprie sale ristorante da parte dei concessionari privati. E come non ricordare l'ultimo atto dell'arroganza urbanistica delle procedure emergenziali: l'albergo “mondiale” di Capolago”.

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