Dopo aver approfondito la
vicenda, Legambiente rompe il silenzio
che ha mantenuto finora in merito al sequestro del camping “Sette Laghi” ad Azzate.
E conferma, per voce di Alberto Minazzi, coordinatore provinciale del Cigno Verde, che “molti conoscevano la situazione, a partire dal Comune di Azzate. Il campeggio è diventato una lottizzazione residenziale, la cui origine è evidentemente abusiva”.
E conferma, per voce di Alberto Minazzi, coordinatore provinciale del Cigno Verde, che “molti conoscevano la situazione, a partire dal Comune di Azzate. Il campeggio è diventato una lottizzazione residenziale, la cui origine è evidentemente abusiva”.
E sottolinea altri due
aspetti poco discussi in questi giorni: l’accesso
alle rive dell’area demaniale e l’abbassamento del livello del bacino:
“L’ampliamento ha impedito di fatto l’accesso al lago. Un problema, tra
l’altro, che non riguarda solo Azzate. E hanno anche approfittato
dell’abbassamento del livello delle acque, che ha permesso di guadagnare,
diciamo così, trenta - quaranta metri di terreno”.
Come se non bastasse,
Legambiente ricorda che “il complesso residenziale interrompe la continuità della ZPS (Zona a protezione speciale) e
si insedia in una delle più belle e tuttora conservate aree dell’ambiente
lacustre”.
Per gli ambientalisti è
dunque doverosa la solidarietà alla
magistratura, al sindaco Dell’Acqua, “che paga l’ignavia dei predecessori”,
ed agli abitanti del camping che non
conoscevano lo stato delle cose.
“Ci aspettiamo comunque che la solidarietà verso i
residenti diventi concreta. Come? Mettendo a loro disposizione i moltissimi
alloggi sfitti presenti nei Comuni di Azzate, Buguggiate e Bodio.”
“Il problema di
interventi urbanistici dalle origini dubbie sorti in riva al lago di Varese
non si esaurisce però qui – conclude Alberto Minazzi – , alimentando le pretese
di chi ritiene un diritto piegare l'ambiente al proprio particolare interesse.
A titolo di esempio, ricordiamo le nostre perplessità sul centro commerciale di Buguggiate dove per sanare l'origine sospetta
dell'insediamento si sono concessi ampliamenti su ampliamenti; oppure sull’area feste dello stesso Comune,
dove l’istituzione non vede le trasformazioni delle tende in vere e proprie
sale ristorante da parte dei concessionari privati. E come non ricordare l'ultimo atto dell'arroganza urbanistica
delle procedure emergenziali: l'albergo “mondiale” di Capolago”.
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