martedì 29 maggio 2012

Mobilità e pianificazione: le nostre osservazioni

Pubblichiamo il comunicato stampa che sintetizza le osservazioni ai Piani della Mobilità,  depositate settimana scorsa e illustrate stamattina in conferenza stampa. Per avere il documento integrale contattateci via mail 

Mancanza di valutazioni sulle scelte finora fatte, pianificazione come semplice presa d’atto dell’esistente, tentativo di adattare il disegno generale a situazioni dominate da interessi particolari.
Legambiente Varese non usa mezzi termini per criticare i Piani della Mobilità che il Comune di Varese ha reso pubblici sul proprio sito e che l’assessore all’urbanistica Binelli ha illustrato a fine aprile.
“Avviare il confronto su documenti praticamente definitivi, dall’enunciazione degli obiettivi generali fino alle soluzioni tecniche puntuali, vanifica un elemento essenziale della procedura decisionale: la valutazione di opzioni alternative, che i proponenti del piano hanno l’obbligo di evidenziare”. 

Le osservazioni ai Piani della Mobilità
Secondo Legambiente il piano è quasi totalmente dedicato al traffico automobilistico: “Non solo viene considerato ineluttabile – spiega il coordinatore provinciale Alberto Minazzi - ma addirittura se ne ipotizza un incremento! Se alcune idee sono condivisibili, come la differenziazione tariffaria della sosta, l’ampliamento dell’isola pedonale, misure per favorire l’intermodalità, la parte del leone è costituita da rotonde, tangenziale interna e nuove infrastrutture per i parcheggi: in 10 anni si prevede un aumento del 57,64% di posti auto, con alcuni interventi sconsiderati come quello di Villa Augusta.”

Gli ambientalisti rafforzano la nota opposizione al progetto della bretella Gasparotto – Borri sottolineando il caso della tangenziale est recentemente costruita, oggettoanche di una delle 10 domande che l’associazione, con una campagna dicomunicazione iniziata oggi, rivolge direttamente all’Amministrazione Comunale: “Ci pare manchi la possibilità di trarre dalla massa dei dati elementi capaci di confermare o confutare la validità di scelte o sperimentazioni messe in atto. Per esempio: quali benefici si sono avuti sul traffico cittadino dalla costruzione della tangenziale? Saperlo potrebbe servire a non ripetere errori nel futuro”.

Cosa chiede dunque Legambiente? “Un riequilibrio tra le varie modalità di trasporto, che si concretizzi, per esempio, nel liberare spazio sulle strade a favore di quello pubblico, nel considerare la bicicletta come un mezzo di trasporto prevedendo strutture, agevolazioni, reti adeguate, nell’integrare il sistema ferroviario di Varese con la mobilità cittadina attraverso nuove fermate ai confini dell’area urbana.”
Lo stesso ampliamento dell’isola pedonale, presente nel Piano, viene rilanciato con la richiesta di impedire l’attraversamento alle auto di piazza Monte Grappa e la creazione di altre isole pedonali nelle castellanze e nei rioni della città, come Biumo, Bizzozero, S. Ambrogio. Scelte necessarie, secondo il Cigno Verde, per una riqualificazione paesaggistica della città.
Anche sul Progetto Stazioni gli ambientalisti hanno le idee chiare :”E’ indispensabile slegare il destino di quest’area dall’accessibilità automobilistica. Data la posizione potrebbe diventare il cuore della connessione tra le diverse forme di mobilità dolce: perché non costituire una Centrale di Mobilità capace di fornire servizi integrati su trasporto pubblico, bike-sharing, taxi etcetera?”

Ma la vera questione è la sostenibilità economica: “Il reperimento delle risorse, in assenza di una quantificazione degli impegni di spesa, è il nodo critico del piano. Ci vengono in mente due ipotesi per il loro recupero: il ricorso alla fiscalità oppure la messa a carico di ulteriori oneri di urbanizzazione su interventi di trasformazione.”
Se sulla prima ipotesi Legambiente sollecita un indirizzamento delle risorse aggiuntive (derivanti per esempio dall’aumento del costo dei parcheggi) verso un riequilibrio delle modalità di trasporto, sulla seconda ipotesi il giudizio è invece durissimo: “Oltre a distruggere suolo e paesaggio, la concessione di diritti edificatori equivale alla creazione di un debito ambientale scaricato sulle future generazioni. E’ così che un’Amministrazione contribuisce ad alimentare la bolla speculativa”.


foto della strada trafficata: ilgiorno.it

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