giovedì 10 febbraio 2011

In Regione per chiedere lo stop alla cava Nidoli-Italinerti

Ieri alcuni rappresentanti del comitato "A difesa della Valle Bevera e dell'acqua di Varese" sono intervenuti nella commissione ambiente del Consiglio Regionale.
Ascoltate, chiedete, venite a vedere ma non fate cadere nel silenzio la situazione di Cantello e dei paesi vicini.
Inizia così un articolo che racconta l'incontro di ieri e fa il punto della situazione.
Sotto trovate il documento con le richieste che è stato consegnato ai consiglieri


La Valle della Bevera presenta acquiferi di straordinaria importanza, tanto da essere definiti strategici per l’intera Provincia. Sono unici ed insostituibili. Alimentano un bacino di più di 100.000 abitanti, che può superare i 200.000 abitanti nei periodi di crisi idrica e l’apertura di questa cava rischia di comprometterli in modo irreversibile, e questa compromissione va evitata ad ogni costo. 

Il  “recupero” che la Italinerti intenderebbe effettuare dopo aver contribuito essa stessa a creare il danno 25 anni fa, è già in atto e lo si può vedere dalle riprese aeree: la vegetazione sta già colonizzando il versante e tempo 10 anni avrà raggiunto la sommità. E’ possibile, molto  semplicemente, porre una rete sulla sommità della collina per una maggiore garanzia di sicurezza
                                                Pertanto:
     1-     chiediamo che la Cava Italinerti non venga riaperta
2-     sottolineiamo che non ha senso portare via un’intera collina, eliminare per sempre la possibilità di realizzare nuovi pozzi nell’area indicata dal Piano Provinciale delle acque e non ha senso mettere a rischio l’acqua del comune di Varese e di una ventina di altri comuni.
Siamo coscienti che una volta aperta la cava, qualsiasi priorità o emergenza nazionale supererebbe qualsiasi accordo di riduzione o di limitazione areale.

3-     il Gruppo delle Associazioni e dei Comitati per la tutela dell’acqua di Varese e della Valle della Bevera sono divenuti in pochissimi giorni 39, e le richieste di adesione continuano ad arrivare.
Venerdì 4 all’incontro presso il Comune di Varese la sala era gremita e noi oggi siamo qui in rappresentanza di questo interesse sociale.

-          Ci rendiamo conto che l’iter è molto avanti, e ci appelliamo alla convenzione di Aarus: la popolazione non è stata di fatto avvertita di quanto stava per accadere.
-          Chiediamo che vi possa essere, da parte di questa Commissione della Regione Lombardia, una nuova valutazione dell’interesse pubblico originario, secondo quanto espresso dall’articolo 41 QUINQUIES della legge 241/90 come modificata dalla L. 15/2005 e dalla L. 69/2009 o secondo un percorso legislativo-amministrativo  che voi ritenete opportuno, per bloccare definitivamente l’apertura della cava Italinerti.

Chiediamo, sempre nell’ottica della salvaguardia di queste idrostrutture:
- che sia ridotto il quantitativo scavabile per quanto riguarda la cava Valli più a monte, come indicava già nel 1996 la Comunità Montana.
- che non si realizzi il tratto della Pedemontana tra la zona della tangenziale di Varese (zona Iper) e Gaggiolo.
_ che si tenga conto dei rischi che la ferrovia Arcisate-Stabio comporta sia sulle dinamiche della falda che sulla qualità delle acque, come da studi di Provincia e Regione.

Nessun commento: