mercoledì 30 settembre 2020

NON E' UNA PIAZZA MA UN SOGNO

PERCHE'           

La giornata di domenica 20 settembre è stata organizzata in collaborazione con il Comune di Varese, nell'ambito del programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola casa-lavoro, finanziato dal Ministero dell'Ambiente. Ci hanno dato una mano in questa giornata di urbanismo tattico Cyclhub e Fridays for Future Varese; questa esperienza si è svolta durante la settimana europea per la mobilità sostenibile.
Con questa giornata abbiamo voluto ripensare a un angolo della nostra città: il Largo Edgardo Sogno, spesso intasato da automobili in doppia fila in cerca di un parcheggio pigro e vicinissimo al centro città. Abbiamo provato a ridare spazio alle persone con attività all'aperto, installazioni per i pedoni e con una segnaletica specifica per i ciclisti. Si è cercato di mantere anche un senso di marcia della carreggiata principale, in modo da non escludere completamente le automobili, visti anche gli accessi residenziali della piazzetta; e per far capire che la convivenza tra auto e mobilità sostenibile è possibile.


ATTIVITA'
Abbiamo creato con i fiori lo spazio che avevamo in mente, grazie anche all'aiuto degli scout Varese 1. Al posto del parchimetro si è creata un'aiuola didattica utilizzando vasi e cassette contenenti piante spontanee. Una sorta di aula a cielo aperto è stata fondamentale per il ripensamento della piazza da parte dei cittadini, avendo a disposizione delle sedie, una lavagna e pennarelli.          

Il nostro lavoro è stato affiancato anche dalla presenza della Ciclofficina mobile di Cyclhub, che ha reso disponibile anche un tandem da far provare alle persone, e dal banchetto dei ragazzi di FFFVarese, sempre pronti a dare interessanti informazioni con dei simpatici quiz. Non meno importante è stata la preparazione dei cartelli stradali e del ridisegnamento della carreggiata per garantire una pista ciclabile e il passaggio pedonale. Spesso però è stato il dialogo tra persone ad essere il centro focale di questa esperienza.


RISPOSTA
La risposta delle persone è stata tendenzialmente positiva. Avere più spazio dove passare a piedi è sicuramente stato apprezzato. Va però detto che alcune persone non hanno inteso che lo spazio creato fosse disponibile per tutti e anzi, hanno preferito aggirare la piazzetta piuttosto che attraversarla. Le installazioni fisse hanno generato meno interesse a parte pochi curiosi. La disposizione dei fiori a contorno dello spazio pubblico in qualcuno ha creato probabilmente un senso di chiusura più che di apertura. Questa prima sperimentazione, pur non avendo trovato un consenso totale da parte dei cittadini, deve essere un punto di partenza per un dialogo costruttivo con tutte le parti per rendere effettivamente un sogno il largo Edgardo Sogno.


 

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