“La
posizione assunta dall'assemblea dei soci di Accam è molto positiva:
studiare tutte le scelte alternative al revamping è ciò che da
qualche mese stiamo chiedendo noi per primi. L'azienda
è un patrimonio da salvaguardare, e per questo la
riconversione tecnologica appare una necessaria priorità,
alla luce del continuo calo nella produzione di rifiuto
indifferenziato e dell'emersione di nuove tecnologie per la
lavorazione e il recupero di frazioni valorizzabili dei rifiuti"
Il
coordinamento dei circoli di Legambiente della provincia di Varese e
dell'Altomilanese saluta con favore quanto stabilito martedì scorso
dai Sindaci dei 27 Comuni soci di Accam.
Oggi
la Lombardia produce circa 4,5 milioni di tonnellate anno di rifiuto
solido urbano, con una raccolta differenziata che, al 2012, ne
intercetta quasi il 53%, mentre il rifiuto avviato a trattamento
finale (in gran parte incenerimento, ma con quote sempre più
importanti di altri destini, come il trattamento meccanico biologico
e la produzione di materie combustibili selezionate) è sceso a circa
2 milioni di tonnellate/anno. Il consorzio Accam si attesta già oggi
al 60% circa di RD, vicino alle prescrizioni della Direttiva europea
che al 2020 impone il raggiungimento del 65%, ma lontano dall'80% di
Cassano Magnago e del Consorzio Priula, o dal 70% di Novara.
“L'attuale
capacità dei 13 inceneritori lombardi è di due milioni e mezzo di
tonnellate/anno – sottolinea l'associazione ambientalista -, quindi
è
evidente come vi sia una eccedenza di impianti,
destinata ancor di più ad accentuarsi alla luce delle tendenze in
atto da anni, oltre che degli indirizzi del programma regionale
rifiuti. Ci sembra che si sia imboccata la strada giusta per capire
se, alla luce delle molte possibilità date dall'innovazione
tecnologica, Accam
possa diventare un esempio innovativo di riorientamento aziendale in
questo settore”.
L'associazione
ambientalista, sia con il suo livello regionale che con i circoli
presenti nel territorio, non si tira dunque indietro nella
discussione sul futuro dell'impianto: “Se vincoliamo per i futuri
25 anni i 27 comuni del consorzio a puntare solo sull'incenerimento,
il rischio è non solo di vedere mancare la volontà e gli stimoli
per la riduzione dei rifiuti e l'aumentare della percentuale di
raccolta differenziata, ma anche di limitare lo sviluppo di
un'azienda che potrebbe dare ancora moltissimo al nostro territorio.
Da parte
nostra non mancheranno apporti di idee, proposte e stimoli perchè il
territorio possa mantenersi all'avanguardia nelle politiche di
gestione dei rifiuti”.
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