"Accam
può mantenere il proprio posizionamento e svilupparsi su nuovi
profili tecnologici,
più sostenibili sotto il profilo del recupero di risorse ed energia,
e maggiormente rispondenti alle esigenze del territorio.
Abbiamo idee in proposito
che ci piacerebbe discutere in un dibattito pubblico scevro da
ideologismi e rigidità, orientato al bene comune”.
Dopo
i recenti sviluppi in merito al progetto di ristrutturazione
dell'impianto consortile il coordinamento provinciale dei circoli di
Legambiente rimarca la propria posizione e avanza alcune proposte.
"A
livello regionale
gli impianti di incerimento sono già superiori alle esigenze,
come Legambiente Lombardia ha evidenziato nel recente dossier"Inceneritori lombardi: quanto basta?". Il
piano finanziario di Accam presentato si basa sull'assunto che il
flusso di rifiuti sia
garantito
per 25 anni. Un periodo di tempo troppo elevato per fare previsioni
realistiche, considerando quanto negli ultimi 5 anni sia cambiato lo
scenario, lombardo, nazionale, europeo. E quanto siamo convinti possa
ancora cambiare nella direzione della raccolta differenziata, della
riduzione e del riuso."
Non
è
affatto
sensato, inoltre, per l'associazione ambientalista, puntare sul
trattamento di rifiuti provenienti da altre regioni. Molto più
senso, invece, avrebbe la
valutazione delle numerose alternative possibili,
che manca completamente nel piano di revamping, iniziando
dall'analisi del costo della sola manutenzione urgente della linea di
trattamento delle emissioni.
"Si
chieda la prosecuzione
dell'autorizzazione esistente per non più di due anni e
in questo tempo si valutino approfonditamente tutte le
scelte possibili.
Il revamping rischia di non essere sostenibile nè ambientalmente nè
economicamente, meglio ragionare sullo
sviluppo
di nuovi posizionamenti di Accam nelle filiere
di trattamento dei rifiuti e di valorizzazione dei materiali
provenienti da raccolte differenziate ".
Tra
le proposte, Legambiente avanza quella di un impianto per la
produzione di
biogas con la frazione umida.
E per il secco quelle di un impianto di selezione
semplice
(tritovagliatura),
oppure di una "fabbrica
dei materiali" sul
modello dell'impianto Ecoparc che tratta i rifiuti solidi urbani e
organici di Barcellona. “Sono solo alcune delle scelte che si
possono intraprendere, senza legare a tutti i costi queste
valutazioni al processo di fusione delle municipalizzate, che può
proseguire in ogni caso".Foto di Accam da informazioneonline.it
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