lunedì 10 febbraio 2014

Accam, ci sono molte alternative al revamping

"Accam può mantenere il proprio posizionamento e svilupparsi su nuovi profili tecnologici, più sostenibili sotto il profilo del recupero di risorse ed energia, e maggiormente rispondenti alle esigenze del territorio. Abbiamo idee in proposito che ci piacerebbe discutere in un dibattito pubblico scevro da ideologismi e rigidità, orientato al bene comune”.
Dopo i recenti sviluppi in merito al progetto di ristrutturazione dell'impianto consortile il coordinamento provinciale dei circoli di Legambiente rimarca la propria posizione e avanza alcune proposte.
"A livello regionale gli impianti di incerimento sono già superiori alle esigenze, come Legambiente Lombardia ha evidenziato nel recente dossier"Inceneritori lombardi: quanto basta?". Il piano finanziario di Accam presentato si basa sull'assunto che il flusso di rifiuti sia garantito per 25 anni. Un periodo di tempo troppo elevato per fare previsioni realistiche, considerando quanto negli ultimi 5 anni sia cambiato lo scenario, lombardo, nazionale, europeo. E quanto siamo convinti possa ancora cambiare nella direzione della raccolta differenziata, della riduzione e del riuso."
Non è affatto sensato, inoltre, per l'associazione ambientalista, puntare sul trattamento di rifiuti provenienti da altre regioni. Molto più senso, invece, avrebbe la valutazione delle numerose alternative possibili, che manca completamente nel piano di revamping, iniziando dall'analisi del costo della sola manutenzione urgente della linea di trattamento delle emissioni.
"Si chieda la prosecuzione dell'autorizzazione esistente per non più di due anni e in questo tempo si valutino approfonditamente tutte le scelte possibili. Il revamping rischia di non essere sostenibile nè ambientalmente nè economicamente, meglio ragionare sullo sviluppo di nuovi posizionamenti di Accam nelle filiere di trattamento dei rifiuti e di valorizzazione dei materiali provenienti da raccolte differenziate ".
Tra le proposte, Legambiente avanza quella di un impianto per la produzione di biogas con la frazione umida. E per il secco quelle di un impianto di selezione semplice (tritovagliatura), oppure di una "fabbrica dei materiali" sul modello dell'impianto Ecoparc che tratta i rifiuti solidi urbani e organici di Barcellona. “Sono solo alcune delle scelte che si possono intraprendere, senza legare a tutti i costi queste valutazioni al processo di fusione delle municipalizzate, che può proseguire in ogni caso".
Foto di Accam da informazioneonline.it

Nessun commento: