giovedì 23 maggio 2013

L'Arcisate - Stabio è un'opera prioritaria

“Il blocco del cantiere ferroviario ha messo a nudo tutti i limiti del nostro sistema di affidamento degli appalti pubblici”.
Legambiente interviene in merito ai cantieri della ferrovia Arcisate – Stabio e va all’attacco anche del Governo regionale: “Come è possibile che nessuno, a partire dall'ex assessore Cattaneo, tra un'inaugurazione e una sfilata istituzionale davanti alle telecamere, abbia mai trovato il tempo di verificare la natura geologica dei substrati su cui si andava a scavare per realizzare un'opera di questa importanza? E' così che si progettano le grandi infrastrutture lombarde?”

Per Legambiente “l’Arcisate-Stabio” è un’infrastruttura prioritaria, soprattutto per la credibilità della Lombardia nei rapporti transfrontalieri, alla vigilia di un evento come Expo e dell'apertura della nuova linea internazionale del Gottardo, ed è gravissimo il rischio che il cantiere si areni.
“Di sicuro questo collegamento ferroviario è molto più strategico, per la mobilità delle persone, di quanto non siano le numerose strade e autostrade che stanno sventrando inutilmente il territorio”, ribadisce il presidente di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine: “I nuovi fondi per lo stoccaggio delle terre arsenicate del cantiere si trovino rinunciando immediatamente ad altre e meno utili opere regionali”.

“Arcisate, Induno Olona, Cantello sono paesi ignobilmente deturpati da un’opera incompiuta – insiste Sergio Franzosi, presidente del circolo Legambiente della Valceresio-, il cui costo programmato avventatamente era di 160 milioni di Euro e che di sicuro aumenterà. Perchè la presenza di arsenico è stata rilevata solo dopo l’inizio dei lavori e quasi casualmente? La letteratura specialistica riporta, da sempre, la presenza più o meno cospicua di arsenico nelle terre del basso Canton Ticino e della valle Bevera, i progettisti non potevano ignorarla”.
Legambiente chiede dunque l’apertura di un tavolo di lavoro tra i sindaci di tutti i comuni della Valceresio, le associazioni ambientaliste e i sindacati per sollecitare l’intervento di Regione e Ministero.
L’associazione si rende da subito disponibile a collaborare con le amministrazioni locali per qualsiasi iniziativa che porti allo sblocco dei lavori. “Vanno però anche individuati i responsabili di questa situazione. Quel che è certo è che non si può tenere ancora per molto tempo gli abitanti delle zone interessate con una viabilità caotica e con una probabile bomba ambientale sotto i piedi. All'attuale assessore regionale, che eredita questo sfacelo, chiediamo che relazioni pubblicamente sullo stato dell’arte, sui fondi predisposti e quelli effettivamente erogati, oltre che sulle azioni che si intraprenderanno per la prosecuzione dei lavori, che devono essere immediate e indifferibili”.

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