martedì 29 gennaio 2013

Il gigante dai piedi d'argilla

Le mirabolanti avventure di Pedemontana si arricchiscono di nuovi capitoli, dimostrando quanto l'infrastruttura sia insostenibile dal punto di vista ambientale come da quello economico.

- Qui sopra il video che racconta l'impatto ambientale della Grande Opera in Brianza, la diossina che l'avvolge a Seveso, la cava di Desio, sequestrata alla 'ndrangheta, da evitare.
- Pochi giorni fa il circolo Legambiente di Cassano Magnago ha espresso nuovamente il timore che le compensazioni ambientali previste per l'area dell'oasi Boza vengano "dimenticate"
- Sotto il comunicato di Legambiente Lombardia di sabato scorso che denuncia la carenza di finanziamenti.  


Si schianta in Brianza il federalismo autostradale. Roberto Formigoni e Raffaele Cattaneo hanno sempre giurato che questo era un progetto che si finanziava da solo, con il project financing. Infatti, secondo Regione Lombardia, su una spesa complessiva di 5,4 miliardi, Pedemontana doveva ricevere un limitato contributo pubblico pari a 1,2 miliardi per 67 Km di autostrada, di cui 20 di tangenziali e 70 di viabilità locale, il resto sarebbe stato finanziato, appunto, da attività di projct financing.
“Pedemontana si è rivelata per quello che è: un gigante dai piedi d’argilla” – dichiara Barbara Meggetto, direttrice Legambiente Lombardia. “Avevamo lanciato qualche mese fa l’idea di una spendig review autostradale per ridurre il danno ambientale e risparmiare fino a 5,5 miliardi di euro. Oggi più che mai occorre agire per limitare i danni a partire dalle ferite inferte al territorio fino all’insostenibilità finanziaria dell’opera”.
Da tempo, infatti, il principale azionista di Pedemontana, la società autostradale Serravalle Spa che detiene il 68% delle azioni (il cui pacchetto azionario è diviso con Banca Intesa al 20% e UbiBanca al 5%) non è più in condizione di garantire i prestiti bridge per far procedere i lavori. 
“Cantieri fatti partire senza la necessaria copertura finanziaria e contando di poter girare sulle casse pubbliche, con impossibili nuove ingegnerie finanziarie, i costi economici, nel frattempo raddoppiati.” – dichiara Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia, che aggiunge – “Serravalle Spa sta mostrando la corda davanti all’irresponsabile apertura di cantieri di Pedemontana e Tem con le banche in fuga dall’investimento perché i risparmiatori e l’opinione pubblica si sono stancati di essere presi in giro da progetti inutili, faraonici e privi di redditività”.
Il fallimento della vendita delle azioni Serravalle dimostra che lo stesso mercato ha sfiduciato Pedemontana e Tem. Infatti, nessuno è disposto a comprarne le azioni, gettando alle ortiche 68 milioni di ricapitalizzazione per Pedemontana e 32 milioni per la TEM,che non rientreranno mai più data anche la situazione in cui Serravalle Spa si trova: spolpata da acquisizioni gonfiate, assunzioni poco trasparenti, volumi eccessivi di investimenti in partecipazioni societarie e dalle inchieste della Magistratura per corruzione.

Nessun commento: