venerdì 2 novembre 2012

Verso una legge nazionale contro il consumo di suolo

Nei giorni scorsi la Conferenza Stato Regioni ha approvato, con sostanziali emendamenti proposti dalle regioni rispetto al testo proposto dal Ministro Catania, il Disegno di Legge cosiddetto 'Salvasuoli'. La nuova versione della legge, ora sottoposto al Parlamento per la conversione in Legge entro la scadenza della Legislatura, contiene aspetti fortemente innovativi rispetto all'originario DDL Catania.
Innanzitutto, il suolo è classificato come 'bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemici'.
Si tratta di un salto culturale e giuridico rilevantissimo, e non privo di ricadute dirette e immediate anche per noi (basti pensare alla legittimazione delle associazioni ambientaliste a ricorrere in giudizio contro scelte urbanistiche, spesso messa in discussione ai tribunali amministrativi).

La legge, a differenza della versione iniziale, tutela TUTTI i suoli, definendoli 'agricoli' in rapporto allo stato di fatto: non, cioè, in rapporto alle destinazioni urbanistiche dei piani vigenti, e questa è senz'altro la più grande innovazione, che recepisce anche le osservazioni da noi fatte pervenire al Ministro tramite il coordinamento nazionale 'Salviamo il Paesaggio'. Un suolo è tutelato, dunque, per il fatto di essere attualmente interessato da una vegetazione agricola o forestale, a prescindere da cosa indichi il piano urbanistico. Rispetto a queste superfici (quindi, in sostanza, tutte le superfici libere da urbanizzazioni) viene stabilito un obiettivo nazionale di riduzione del consumo di suolo e, da questo, viene fatto discendere un massimo di superficie urbanizzabile, su base nazionale ma ripartita tra le Regioni. 
Si tratta di una misura simile a quella sviluppata dalla Germania, ma mentre in quel caso si trattava di una direttiva, in questo caso il provvedimento ha natura e forza di legge. Inoltre, e questo appare senz'altro un provvedimento molto forte, si stabilisce una moratoria delle urbanizzazioni (fatte salve ovviamente quelle per cui sono stati già emanati provvedimenti abilitativi edilizi o urbanistici), per un massimo di tre anni, fino all'emanazione dei provvedimenti che indicano le soglie tollerate di nuovo consumo di suolo.
Infine, di nuovo accogliendo le nostre osservazioni, si stabilisce inequivocabilmente il divieto ai comuni di utilizzare le risorse derivanti da oneri di urbanizzazione per la copertura di spese correnti.

Come avrete capito fin qui, il DDL 'Salvasuoli' è un testo di legge dirompente, fortemente innovativo del sistema delle tutele, e possiamo dire che esso non ha eguali in nessun Paese europeo. Ovviamente si tratta solo di un disegno di legge, e non ancora di un provvedimento efficace, anche se esso è un disegno di legge voluto e approvato dalle Regioni e dal Governo. Ora la competenza, di emendare e approvare o bocciare la legge, passa al Parlamento, e sarà interessante valutare il comportamento dei gruppi parlamentari. Di sicuro Legambiente vigilerà e farà pressione sui parlamentari affinché si facciano carico di questa responsabilità pur sapendo che i tempi concessi sono estremamente limitati. Ma è opportuno che questa azione parta anche dal territorio, che circoli e regionali sviluppino iniziativa a livello locale e regionale, anche a partire da vertenze specifiche e coinvolgendo i parlamentari eletti dai diversi collegi, affinché venga colta - dal mondo della politica e da quello della comunicazione e della cultura - l'opportunità storica che l'Italia, prima di altri Paesi Europei, si doti di una propria legge per la tutela dei suoli. 


Damiano Di Simine
Responsabile Nazionale Legambiente Consumo di suolo


Edoardo Zanchini

Vice presidente Legambiente

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