martedì 20 dicembre 2011

Non è un paese per pendolari

     

Cresce il disagio per i quasi 3 milioni di pendolari che si spostano in treno e autobus tutti i giorni in Italia per motivi di studio e lavoro. Diminuzione dei contributi statali, tagli alle corse da parte delle Regioni, aumenti tariffari senza corrispettivi miglioramenti del servizio...:il Rapporto Pendolaria 2011 di Legambiente, scaricabile qui, mette in fila dati, denunce, impietosi confronti con l'Europa, ma anche qualche esperienza virtuosa.

Di certo c'è che negli ultimi 10 anni, come sempre, la politica si è occupata molto più di strade che di linee ferroviarie o metropolitane: il 72% dei finanziamenti statali è andato a strade e autostrade, invece solo rispettivamente il 12% ed il 15% alle altre due voci. 
E l'arretratezza infrastrutturale italiana rispetto all'Europa è evidente soprattutto nelle linee metropolitane (fatta 100 la media UE noi siamo a 38,8) e nelle linee ferroviarie pendolari (45,9).  
Sono i numeri che emergono dalla sintesi del Rapporto, che trovate qui.

E la Lombardia?

I livelli di investimento nel servizio continuano ad essere inadeguati alla dimensione della domanda di mobilità nella regione in cui viaggiano un quarto del totale dei pendolari ferroviari nazionali.
Più treni e più manutenzione è dunque la ricetta di Legambiente Lombardia
La Regione, a differenza di molte altre, non ha tagliato alcuna corsa nell'ultimo anno. In compenso ha aumentato le tariffe del 23% (record) e dedica ad un settore che dovrebbe essere strategico solo lo 0,45% del bilancio (sesta in Italia come percentuale).
No, non è un paese per pendolari.

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