sabato 15 ottobre 2011

Agricoltura e consumo di suolo. In Lombardia, a Varese

Pubblichiamo l'editoriale di Mauro Gervasini apparso su La Provincia di Varese giovedì 13 ottobre
Al lavoro nei nostri campi
Il grande successo dell’inaugurazione di Agrivarese, manifestazione voluta dalla Camera di Commercio nel cuore di Varese, domenica scorsa, fa decisamente ben sperare. Oltre 15 mila visitatori in poche ore, certo invogliati dal sole, nonostante temperature di nuovo in media con quelle di stagione dopo un settembre estivo. Non sono però la meteorologia e i pur meritori stand di prelibatezze della terra a strapparci un moto di speranza, quanto le discussioni e gli interventi a margine dell’evento. In particolare, è da sottolineare la dichiarazione dell’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani, secondo il quale il consumo di territorio ha ormai raggiunto un livello di guardia non oltrepassabile. Siamo a una virgola dal milione di ettari bruciati in tutta la regione (la più colpita d’Italia dal fenomeno: anche questo è un dato allarmante), per la precisione 984 mila ettari, e spesso per motivi di mero profitto del tutto insensati. La cementificazione, infatti,
non guarda in faccia a nessuno ma non sembra più rivolta a concrete necessità industriali (data la crisi) né abitative: basta guardarsi intorno per vedere in ogni dove padiglioni e strutture semi deserte o abbandonate, per non parlare dei complessi residenziali sfitti. In Veneto, lo denunciava tempo fa Gian Antonio Stella sul “Corriere della Sera”, si è già da tempo superata la fatidica soglia, con un numero di appartamenti che eccede quello degli abitanti residenti. In Lombardia poco ci manca. 
Una cosa però De Capitani non ha invece ricordato, forse per non mancare di riguardo al territorio ospite: di tutte le provincie, Varese è tra quelle messe peggio. Lo ha ribadito Legambente lo scorso mese di settembre, anticipando i dati ufficiali della tavola rotonda sul territorio lombardo voluta dalla Regione e alla quale lo stesso assessore ha partecipato, il 29 settembre scorso. Nella nostra provincia il processo di antropizzazione (ne diamo una definizione brutale: la colonizzazione della natura da parte dell’uomo, specie attraverso il cemento) è cresciuto di quasi il 6% rispetto al 2007. 
Un dato in percentuale non superiore ad altre zone (ad esempio Sondrio che fa registrare un preoccupante + 12,20% o addirittura Mantova che supera il 20%) ma lo stesso allarmante perché rispetto ad altre provincie da noi calano più vertiginosamente i terreni agricoli e boschivi. 
Tra l’altro, e qui ci aiuta ancora Legambiente, il fenomeno non è concentrato tanto, o non solo, nel sud e nella zona che guarda all’altomilanese, più industrializzata, ma nel nord, nel luinese, verso la Svizzera, vale a dire il comparto più prezioso da un punto di vista ambientale e turistico. 
Il mondo agricolo può fare molto per favorire un’inversione di tendenza mai così urgente come ora. Prima di tutto perché ha gli strumenti per una giusta pressione sulla politica (anche se a livello nazionale, qualcuno ieri ad Agrivarese ricordava come il turn over di quattro ministri dell’agricoltura in tre anni certo non abbia aiutato...) e poi perché ha la possibilità di monitorare con costanza il territorio, la sua erosione, la conversione spesso selvaggia di terreni agricoli in lotti edificabili. Una grande battaglia anche culturale. E le 15 mila persone che domenica scorsa hanno visitato la fiera agricola di Varese dimostrano come gli agricoltori non siano soli. 
Foto da: www.ortobiobroggini.it

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