E' stato presentato pochi giorni fa il nuovo rapporto "Comuni Rinnovabili" di Legambiente, che fotografa l'espansione dell'utilizzo delle fonti rinnovabili, in particolare del fotovoltaico.
Sotto trovate il comunicato stampa con i dati relativi a Varese e provincia.
Qui alcune tabelle sulla Lombardia
Nella classifica dei capoluoghi della Lombardia più verdi energeticamente, la città di Varese si posiziona a metà classifica con 728 kilowatt di potenza installata di fotovoltaico, per una media di 9W ad abitante.
La differenza, ovunque, è fatta dai piccoli comuni: la media della provincia di Varese
è infatti di 22W ad abitante (22.308 kW installati), ben superiore a quella del capoluogo, ma comunque inferiore alla media lombarda che è di 32 W/ab. Quest’ultima è una cifra degna di considerazione: pur non essendo la performance migliore tra le regioni, il fotovoltaico installato in Lombardia è già in grado di illuminare ogni casa di tutti i lombardi con 5 lampadine a basso consumo.
è infatti di 22W ad abitante (22.308 kW installati), ben superiore a quella del capoluogo, ma comunque inferiore alla media lombarda che è di 32 W/ab. Quest’ultima è una cifra degna di considerazione: pur non essendo la performance migliore tra le regioni, il fotovoltaico installato in Lombardia è già in grado di illuminare ogni casa di tutti i lombardi con 5 lampadine a basso consumo.
In provincia di Varese
Per il fotovoltaico le migliori nella nostra provincia sono infatti tre cittadine: Casale Litta, Cavaria con Premezzo e Barasso. 372, 174 e 142 sono i Watt di cui, rispettivamente, in media ogni abitante può godere. "E' al territorio che bisogna guardare - sottolinea Alberto Minazzi, coordinatore provinciale di Legambiente - per capire il nuovo scenario energetico delle fonti rinnovabili. Il cambiamento sta avvenendo a una velocità impressionante: le fonti rinnovabili, infatti, contribuiscono in modo sempre più importante al bilancio energetico delle città, dimostrando che un sistema moderno, pacifico, democratico e sicuro è possibile."
I gruppi di acquisto di pannelli fotovoltaici
A testimoniare l'attivismo sul versante della domanda sono anche le sempre più coinvolgenti esperienze dei gruppi di acquisto: famiglie che si mettono insieme per trovare i migliori fornitori e spuntare buoni prezzi per l'installazione dei pannelli fotovoltaici. Questa iniziativa è stata intrapresa da numerosi circoli Legambiente, come spiega Pierluigi Biavaschi, tecnico del Centro Comune di Ricerca di Ispra (VA) e presidente del locale circolo del Cigno Verde: “Abbiamo cominciato un anno e mezzo fa, valutando le offerte di prodotti e installatori presenti nel mercato, oggi abbiamo già 24 famiglie che fanno parte del gruppo d'acquisto e che hanno già installato sui loro tetti oltre 100 kW di pannelli fotovoltaici, e le richieste di adesione continuano ad arrivare”.
Le proposte di Legambiente
Politiche esplicite di sostegno alle rinnovabili, regole semplici, incentivi mirati ai settori più promettenti del mix energetico futuro della Lombardia, in primis il fotovoltaico integrato in edilizia, questo è quanto Legambiente auspica e reclama dalle amministrazioni.
“Ma per fare questo dobbiamo mettere da parte ogni velleità nuclearista – conclude Minazzi –: la lobby nucleare italiana era fuori mercato prima della catastrofe in Giappone e lo è ancora di più oggi, dato che inevitabilmente i costi della sicurezza nucleare sono destinati a diventare proibitivi. Per questo è importante che l'esito del referendum del 12 giugno serva a far uscire definitivamente il nucleare dall'Italia anche dal punto di vista politico: è nell'interesse di tutti, dell'ambiente, delle famiglie, delle imprese”.
Politiche esplicite di sostegno alle rinnovabili, regole semplici, incentivi mirati ai settori più promettenti del mix energetico futuro della Lombardia, in primis il fotovoltaico integrato in edilizia, questo è quanto Legambiente auspica e reclama dalle amministrazioni.
“Ma per fare questo dobbiamo mettere da parte ogni velleità nuclearista – conclude Minazzi –: la lobby nucleare italiana era fuori mercato prima della catastrofe in Giappone e lo è ancora di più oggi, dato che inevitabilmente i costi della sicurezza nucleare sono destinati a diventare proibitivi. Per questo è importante che l'esito del referendum del 12 giugno serva a far uscire definitivamente il nucleare dall'Italia anche dal punto di vista politico: è nell'interesse di tutti, dell'ambiente, delle famiglie, delle imprese”.
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