venerdì 29 aprile 2011

Unesco all'italiana: il Sacro Monte minacciato dai parcheggi

Nel dossier "Unesco all'italiana" Legambiente denuncia i mali relativi ai siti italiani patrimonio dell'Umanità. E inserisce il Sacro Monte tra le località da difendere.
Sacro Monte di Varese, Legambiente:"No ai parcheggi"
“Il Sacro Monte di Varese, tra i luoghi più cari agli abitanti della città – si legge a pag. 23 del dossier - è minacciato dal progetto di costruzione di due parcheggi. Uno proprio in vetta: 80 posti, 100 metri per 15 di larghezza, un piano interrato, al costo di 1,5 milioni di euro. L’altro a valle, alla Prima Cappella: 210 posti, due piani interrati, al costo di 3,5 milioni di euro. Il progetto era stato presentato a fine settembre 2010 dall’assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo, nell’ambito dell’accordo di programma tra Regione, Provincia, Comune e Parco del Campo dei Fiori. A marzo 2011 il progetto è stato nuovamente proposto, con alcune modifiche rispetto a quello iniziale, modifiche che però non cambiano la sostanza.”

Le criticità che Legambiente Varese evidenzia sono:
la friabilità della roccia, che porrebbe problemi di stabilità della struttura; i vincoli che tutelano l’area in oggetto (inserita, tra l’altro, nel Parco Regionale del Campo dei Fiori); l’insensatezza della scelta di favorire l’uso in massa del mezzo privato, a maggior ragione di fronte alla presenza di una funicolare e di un collegamento con il trasporto pubblico locale che andrebbero implementati nell’ottica dello sviluppo di un modello di fruizione sostenibile e non impattante.
“Secondo noi – ribadiscono i rappresentanti locali del Cigno Verde - sono quest’ ultime le strade per valorizzare il Sacro Monte e affrontare la questione della sua accessibilità. Stiamo preparando un questionario da sottoporre ai candidati sindaco in vista delle elezioni amministrative in città: sicuramente inseriremo la richiesta di esprimere una posizione chiara sul progetto dei parcheggi. ”.

Cos’è il Rapporto “Unesco all’italiana”
Rappresentano un capolavoro del genio umano, sono esempi eccezionali di arte, architettura e natura, in grado di raccontare la cultura e la storia di una civiltà esistente o scomparsa. Sono luoghi e opere uniche al mondo e per questo rientrano nella lista dei beni patrimonio dell’Umanità stilata dall’Unesco, che le seleziona secondo criteri molto stringenti. L’Italia è tra i Paesi al mondo che ne possiede di più, ma troppo spesso, dopo aver ottenuto il prestigioso titolo, lascia questi tesori al proprio destino, senza fondi per il mantenimento e a volte senza alcun tipo di cura.
Legambiente richiama l’attenzione sulle emergenze dei siti italiani patrimonio dell’Umanità con il dossier Unesco all’italiana e chiede che il riconoscimento attribuito dall’organizzazione delle Nazioni Unite sia valorizzato meglio e non rimanga solo sulla carta come spesso avviene. Dei quarantacinque siti Unesco italiani, infatti, oltre la metà (23) è afflitta da situazioni critiche più o meno gravi che ne mettono a repentaglio il futuro.
Tra questi ci sono beni paesaggistici unici al mondo come la costiera Amalfitana, un tratto di costa che tutto il mondo ci invidia, dove dilagano abusivismo edilizio ed emergenza rifiuti; le isole Eolie, il parco nazionale del Cilento; la laguna di Venezia.
In pericolo anche aree archeologiche di straordinario interesse come Agrigento, Siracusa e la necropoli rupestre di Pantalica, le necropoli etrusche di Cerveteri e le famosissime Pompei ed Ercolano che lottano quotidianamente contro il degrado, l’emergenza crolli, i rifiuti, gli abusi edilizi e la scarsità di servizi.
Tra i principali mali che incombono sui siti Unesco italiani, Legambiente segnala automobili, traffico e sviluppo urbanistico, oltre ad incuria, scarsa manutenzione e a volte il malcostume.
“Il recupero e della valorizzazione dei beni culturali può diventare l’asse portante di un diverso sviluppo del turismo – dichiara Rossella Muroni, direttrice regionale di Legambiente - che porta lavoro e benessere e al tempo stesso promuove l’attenzione e l’amore degli italiani verso i tesori d’arte. Un Paese civile non può lasciare che simili tesori scompaiano sotto l’ombra del degrado, sono un patrimonio dell’umanità sempre e non solo quando devono candidarsi a entrare nella lista Unesco”.

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