Questa mattina, con un blitz davanti a Palazzo Estense, abbiamo consegnato al sindaco di Varese Fontana una lettera aperta con idee e suggerimenti per affrontare con più efficacia il problema dell'inquinamento dell'aria.
Sotto trovate le nostre proposte sia per tamponare l' emergenza che per l'adozione di misure strutturali.
1. Il problema dell’inquinamento dell’aria a Varese
Con ieri, 23 febbraio, il numero di giorni di superamento della soglia di concentrazione di Pm10 in città è salito a 34. Il limite massimo consentito dall’Unione Europea è di 35 giorni: stiamo per andare fuorilegge.
In tutti i primi 15 giorni di febbraio le polveri sottili hanno superato il limite stabilito di 50 microgrammi al metro cubo, a volte addirittura raddoppiandolo: il record secondo l’ARPA è stato raggiunto lunedì 14 febbraio con 112 microg/metro cubo!
Né ci può consolare il fatto che nel sud della provincia o in altri capoluoghi (come Milano o Monza) la situazione sia ancora peggiore.
2. Cosa si può fare subito nell'emergenza?
Come osserva giustamente il Commissario Europeo per l’ambiente Janez Potocnick, le misure d'emergenza si applicano con ricette e formule diverse in tutte le città d'Europa. Nessuna è risolutiva, tutte sono inutili se assunte parzialmente, di malavoglia e senza coordinamento. Proponiamo allora le seguenti misure di emergenza:
1. fare i controlli delle violazioni del codice della strada e per tutte le emissioni inquinanti fisse e mobili, in primo luogo per i camion euro 0, 1, 2.
2. Chiedere ai cittadini di abbassare il riscaldamento delle abitazioni a 19 gradi e abbassare la temperatura negli stabili pubblici e nei negozi (20 gradi sarebbe una norma d'igiene da applicare tutto l'anno).
3. Indire blocchi domenicali del traffico e la circolazione a targhe alterne.
4. Istituire subito aree a 30 Km/ora, cominciando attorno a qualche plesso scolastico. Ad Amburgo metà delle vie sono a 30 all'ora, tutto l'anno!
5. Obbligare i negozi a chiudere le porte, evitando un inutile spreco di energia e di soldi.
3. Approfittando dell'emergenza: le misure “strutturali”.
Inoltre, da anni, il circolo Legambiente Varese chiede di decidere alcune misure preventive e strutturali. Tra queste:
· Istituire un tavolo permanente tra il Comune di Varese, i Comuni limitrofi, l’Asl e l’Arpa che lavori tutto l’anno, per evitare di convocare gli enti interessati per la prima volta il 27 gennaio, nel pieno dell’emergenza, come è accaduto quest’anno.
· Assicurare nuovi investimentiper il trasporto pubblico locale, considerare la politica del TPL come centrale anche in funzione anti-inquinamento. E’ perciò necessario razionalizzare e potenziare le corse e sostituire gli autobus inquinanti.
· Sostituire il parco veicoli della pubblica amministrazione con vetture a basso impatto: a metano, elettriche, ibride.
· Varare progetti riguardanti interventi a basso costo a sostegno della mobilità sostenibile: dalle corsie preferenziali ai percorsi ciclabili, dall'estensione delle isole pedonali ai servizi di trasporto pubblico a chiamata.
· Allestire in Comune una centrale della Mobilità, con un Mobility Manager al servizio di tutte le grandi utenze: Ospedale, Scuole, Università, Provincia.
·Rimuovere gli ostacoli burocratici e facilitare gli investimenti di risparmio energetico e l'applicazione di pannelli solari e altre tecnologie pulite e rinnovabili: oggi è più facile comprare e circolare con un SUV che dotarsi di un collettore solare per farsi la doccia!
· Seguire l’esempio di Torino e Genova che hanno aderito al Patto europeo dei Sindaci e hanno dato il via libera a piani per ridurre entro il 2020 le emissioni di CO2 del 30%.
p. Legambiente Varese Onlus
Dino De Simone, presidente
1 commento:
Ottime idee, soprattutto quella dei 30 km/h, che unita alle piste ciclabili potrebbe riportare i bambini ad andare a scuola da soli senza macchinoni inquinanti.
Ma chi controllerà dato che non si vede mai un vigile in giro?
Per il riscaldamento: ma i 20 gradi non sono già un massimo obbligatorio per legge? Ma anche in questo caso, chi mai li ha controllati?
Purtroppo non credo che al Comune di Varese interessi qualcosa di questi problemi... per ridurre il rischio di tumori preferiscono fare le corna.
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