Quasi due milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti, 2.435.000 per
la precisione: è la stima che Legambiente ha redatto, sulla base delle
autocertificazioni obbligatorie redatte dai gestori dei 13 inceneritori lombardi, sulla montagna di rifiuti finita nelle
bocche da forno nel corso del 2012. Una quantità imponente, ma in calo rispetto
agli anni precedenti, in particolare per quanto riguarda la frazione del
rifiuto urbano vero e proprio, la cui produzione da parte delle utenze
domestiche lombarde non è più in grado di soddisfare il fabbisogno di
alimentazione degli impianti, ed è stata sempre più rimpiazzata da altre
frazioni di rifiuti e combustibili da rifiuti: oltre il 38% dei materiali
bruciati negli inceneritori lombardi infatti non sono rifiuti urbani residuanti
da raccolte differenziata, ma 'altri' materiali, in parte derivanti da
pretrattamenti dei rifiuti stessi avvenuti anche in altre regioni, in parte
attinti dal mercato libero, perfino sovranazionale, entro cui si muovono gli
scarti generati dai processi industriali.
Ma per chi gestisce un impianto di incenerimento, le previsioni sono anche peggiori: da qui al 2020, secondo i timidi scenari del programma regionale di gestione rifiuti, tra riduzione alla fonte e crescita della raccolta differenziata il fabbisogno di impianti di incenerimento sarà compreso, a seconda delle variabili tecnologiche di trattamento dei rifiuti residuo, tra 1 e 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti: come dire che dobbiamo prepararci alla chiusura di quasi metà delle linee di incenerimento.
Ma per chi gestisce un impianto di incenerimento, le previsioni sono anche peggiori: da qui al 2020, secondo i timidi scenari del programma regionale di gestione rifiuti, tra riduzione alla fonte e crescita della raccolta differenziata il fabbisogno di impianti di incenerimento sarà compreso, a seconda delle variabili tecnologiche di trattamento dei rifiuti residuo, tra 1 e 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti: come dire che dobbiamo prepararci alla chiusura di quasi metà delle linee di incenerimento.
"In questa fase di transizione è bene che i cittadini e gli operatori dello smaltimento rifiuti siano consapevoli dello scenario che ci attende - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - specie se devono programmare investimenti tecnologici: per gli inceneritori più inquinanti e meno efficienti il futuro non è la ristrutturazione, ma
Sotto le lenti dell'associazione sono ora i dati di
efficienza e di emissioni inquinanti di tutti gli inceneritori
lombardi, a partire da quelli con peggiori livelli di emissioni in atmosfera,
come Desio, Parona, Cremona e diversi altri. "Già oggi la
Lombardia non ha bisogno di tenere accesi inceneritori inquinanti per
soddisfare un vero fabbisogno. Per questo auspichiamo che la Regione fornisca
criteri chiari e selettivi agli operatori, al fine di metterli in condizione di
gestire al meglio le loro risorse
evitando di sprecare soldi in ristrutturazioni o potenziamenti di impianti
privi di futuro e di investire
invece in tecnologie di trattamento alternative e idonee a gestire i flussi di
materiali provenienti dalle raccolte differenziate: gli inceneritori
problematici devono essere accompagnati fin da ora alla chiusura definitiva, da
cui non può che sortire un beneficio anche per la qualità dell'aria"
Impianto
|
Rifiuti
e materiali bruciati nel 2012 (tonnellate)
|
Aprica
- Bergamo
|
47.343
|
Accam
– Busto Arsizio (VA)
|
101.658
|
ACSM
- Como
|
84.165
|
Silla
2 - Milano
|
540.998
|
Aprica
- Brescia
|
736.184
|
Lomellina
Energia - Parona (PV)
|
269.111
|
BEA
– Desio (MB)
|
66.156
|
Core
– Sesto S. G. (MI)
|
67.133
|
Ecodeco
– Corteolona (PV)
|
67.453
|
Prima
– Trezzo S/A (MI)
|
163.780
|
REA
– Dalmine (BG)
|
136.274
|
AEM
- Cremona
|
68.404
|
SILEA
– Valmadrera (LC)
|
86.308
|
RIFIUTI
INCENERITI
|
2.434.967
|
(Stima Legambiente su dati di autocertificazione dei gestori
impianti)
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